Terza parte - Continuano le vicissitudini della Squadra K in questa terza, esaltante avventura ai confini stessi della realtà

Il vaso di Pandora

Nell’ora più buia, dalle ceneri della loro più cocente sconfitta, gli amici della Squadra K dovranno trovare la forza per alzare nuovamente la testa e ripartire dallo stesso punto dove, solo un attimo prima, si era drammaticamente conclusa la loro missione. Tutto infatti è ancora in gioco, e il destino della realtà fisica come noi la conosciamo dipende ormai sempre più dalle loro azioni.

Ma le sinistre entità che hanno finora cospirato contro di loro non intendono demordere dall’intento di plasmare una nuova “realtà”: quella di un cosmo malevolo, preda degli incubi e governato da infernali schiere demoniache. L’eterno conflitto tra Bene e Male vedrà allora gli amici della Squadra K ergersi come ultimo baluardo dell’Ordine, in difesa da tutte le aberrazioni che un eventuale avvento del Caos potrebbe produrre. Per riuscirci, saranno letteralmente costretti ad attraversare l’Inferno affrontando gli indicibili orrori che via, via si pareranno sul loro cammino. Ma niente e nessuno dovrà frapporsi fra loro e la ricerca del Vaso di Pandora, il leggendario manufatto da recuperare prima dei loro spietati avversari, indispensabile per mettere in sicurezza, una volta per tutte, il destino del mondo… e magari sopravvivere.

Resta solo una domanda: ce la faranno ad arrivare in tempo?

 

 

 

 

 

 

 

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Nota dell'autore

 

A differenza del “Mondo dei Grimm”, il precedente romanzo della saga Squadra K, ovvero la “Luce di Mille Soli”, ha sofferto di un “parto” travagliato che ne ha ritardato la pubblicazione di circa un anno e mezzo. Dopo l’onda del personale entusiasmo che ha fatto seguito alla pubblicazione del primo racconto della saga, questo nuovo “lavoro” è andato invece via via impantanandosi in continui ritardi causati da vari fattori, non ultimo quello di una necessaria rielaborazione del testo che ha portato alla riduzione di ben 150 pagine rispetto alla prima stesura, giudicata infarcita di troppe inutili ripetizioni e che, almeno a giudizio di chi si è fatto carico dell’attività di revisione, appesantivano troppo il fluire della trama. Rimettere insieme le varie parti revisionate è stata un’attività lunga e complessa, rallentata anche dalle attività di progettazione del sito internet di Squadra K e dalla traduzione in inglese dello stesso “Mondo dei Grimm”: tutte attività collaterali che hanno fatto ritardare la prima pubblicazione della “Luce di Mille Soli” fino al dicembre 2018.

In tutto, circa tre anni di lavoro: un arco temporale dove diverse cose sono state cambiate e aggiustate nella trama della seconda parte della saga, specialmente per gli eventi relativi a quanto accaduto nella fatidica “grotta” dove sono scomparsi Marchand e Lefèvre. Chi ha letto questo racconto sa già a cosa mi sto riferendo, chi non lo ha ancora fatto potrebbe magari trovare utile leggere la “Luce di Mille Soli” prima di continuare con questa nuova lettura.

Ad ogni modo, a beneficio di chi ha già seguito l’intera trama delle vicissitudini della Squadra K desidero qui richiamare l’evento finale del Prologo della seconda parte, quando viene narrata la discesa notturna nella misteriosa grotta sui Pirenei da parte del neo vescovo Marchand e del vicario Lefèvre. I due uomini si addentrano nell’oscurità lasciando di guardia all’esterno i loro due compagni diaconi: a questi ultimi due sventurati viene in particolare affidato in custodia anche tutto il bagaglio con le reliquie costituenti il leggendario “tesoro dei Catari”. Ora, chi ha letto il racconto sa che qualche minuto dopo che Marchand e Lefèvre sono scomparsi nel fondo della grotta accade un “qualcosa” che avrebbe terrorizzato i due diaconi rimasti di guardia all’esterno, inducendoli a una fuga precipitosa; soprattutto abbandonando lì tutto il loro bagaglio. La cosa se vogliamo divertente, che in determinate situazioni rende appassionante l’arte della scrittura, è che al momento di descrivere questa scena non avevo ancora la più pallida idea di cosa stesse accadendo all’interno della grotta tale da spaventare a morte i due poveri diaconi all’esterno! Tuttavia, in realtà a suo tempo non me ne preoccupai molto perché pensavo che avrei affrontato tale questione nel terzo racconto della saga, che poi sarebbe il romanzo che avete ora qui tra le mani. Col senno di poi mi sono avveduto che ciò sarebbe stato un errore.

L’aver pubblicato in ritardo “La Luce di Mille Soli”, infatti, ha consentito di intervenire in fase di revisione del romanzo riscrivendo quasi per intero la parte finale del Prologo. Ma non solo: sono state gettate anche le basi per questo nuovo terzo racconto della saga Squadra K, in particolare grazie all’inserimento di un nuovo “attore” nella disputa che vede già contrapposte due entità arcane per il possesso degli antichi manufatti che consentono di manipolare la Realtà. Tale attore è rimasto finora nell’ombra, tuttavia abbiamo “intravisto” (se così si può dire) un suo arto gigantesco e mostruoso sbucare dal buio della grotta per afferrare, con un unico gesto, le bisacce contenenti il tesoro dei Catari e trascinarle chissà dove con sé nell’oscurità.

Dunque, quello che desideravo puntualizzare in questa piccola prefazione è che quella scena tenebrosa era totalmente nuova, con un nuovo personaggio aggiunto solo all’ultimo momento quando il resto del romanzo era già stato scritto! Ed inoltre - particolare non da poco - so anch’io finalmente cosa è accaduto a Marchand e Lefèvre. Il che non è da disdegnare, no?

In questo nuovo terzo capitolo avrete perciò finalmente modo di fare la conoscenza da vicino di questo nuovo personaggio e di tanti altri, anche loro assai poco raccomandabili. La Squadra K avrà sicuramente il suo bel daffare, questo è certo, come mai forse prima d’ora.

Venite, dunque, e statemi accanto mentre scendiamo insieme nell’oscurità.

 

Se osate.

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